J’accuse del 09/01/14 sull'importanza dei simboli e dei gesti in politica.





Il presidente Napoletano nel suo discorso di fine d’anno si è soffermato su alcune lettere inviatele dalle vittime della crisi economica. Lo ha fatto in modo sentito e appassionato. Parlando di quell'imprenditore marchigiano che ha perso tutto dopo aver gestito una sua attività per decenni, disse che egli era: “attento e amareggiato”. Perché amici il presidente della Repubblica italiana non ha poteri diretti per cambiare le sorti delle persone. I problemi postegli dai migliaia di cittadini disperati che li scrivono ogni giorno possono essere risolti solamente con delle vere riforme e soprattutto,  direi non come dicono i noiosi economisti , “con una crescita economica che ridia al paese i punti del PIL persi durante questi ultimi anni, ma semplicemente con una nuova filosofia e un un nuovo dinamismo economico sostenibile e compatibile con la salvaguardia della dignità dell'uomo e dell’ambiente. 
Ma è vera quest’affermazione? Io credo che si può fare di più aldilà dei limiti posti al proprio ruolo dalla costituzione e dalle leggi della Repubblica. Anzitutto si deve dare l’esempio e sappiamo bene che la storia dell’uomo è guidata dai simboli. Gli uomini s’ispirano ai simboli. Un popolo che non ne ha è un popolo senza storia né avvenire. Vorrei solo darvi un piccolo esempio, il presidente dell’attuale Uruguay José Alberto "Pepe"Mujica Cordano, ha deciso da tempo di devolvere il 90% del suo stipendio ai poveri. E allora guardate l’esempio, il simbolo che deve guidare l’azione dei politici e degli uomini. Perché la mente di un uomo che si dice rammaricato per gli italiani che soffrono non arriva ad un atto così grande e cosi rivoluzionario di carità e d’amore. Le parole, caro presidente non bastano. Gli italiani soffrono e i partiti li hanno derubati da ogni speranza e da ogni futuro. Abbiamo tutti a cuore la Repubblica e l’ordine democratico costituito e penso che io per primo sono pronto a difenderlo con tutte le mie forze. Questo è amore della patria. E l’amore e l’attaccamento agli ideali democratici e repubblicani non deve essere vano, ma corrisposto con altrettanto impegno e sacrificio. Oggi il partito democratico alla camera ha bocciato una mozione che regolamentava le pensioni d’oro, non più sostenibili. Possibile che un partito la cui storia è ben nota assuma posizioni borghesi e impopolari in nome di un cavillo giuridico a dir poco incomprensibile e anacronistico? In questo paese le pance grosse ’hanno fatta franca. Peccato, ma un po’ di dieta e di astinenza farebbe bene a tutti. Vorrei finire con un magnifico detto: è solo perché gli altri hanno perso la speranza che quest’ultima ci è data. Diate l’esempio, diate la speranza, a Roma, in nome della Repubblica italiana.

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