J’accuse del 25/03/14 sulle minacce alla Russia

Tutti non possono mai scordarsi di quella mitica visita del presidente Kennedy a Berlino, allora, sotto assedio. L’America d’allora affascinava con i suoi valori etici e universali di democrazia e di libertà. Vedere un presidente scendere in trincea e gridare: "Ich bin ein Berliner”. Io sono un berlinese, dava a chi ha avuto il coraggio politico  di pronunciare quelle storiche parole un valore aggiunto e un’ammirazione universale. E fu lì, in quella fortezza, chiamata Berlino, che gli americani, diedero il meglio di sé e prevalsero sui sovietici. Oggi, dopo venticinque anni, dalla caduta del muro di Berlino e il conseguente smantellamento dell’Unione sovietica, assistiamo ancora ad un difficile confronto tra la Russia da una parte e un’America corrotta e demitizzata, ma questa volta non si tratta di una battaglia etica e universale, bensì si vuole mettere mano e accerchiare quel che rimane della Russia. Oggi il presidente Obama ha dichiarato sulla Russia: “Se non vi fermate, la Nato reagirà”. Io, gli direi semplicemente: questo monito caro Obama è assolutamente inopportuno e controproducente. L’ "Ich bin ein Berliner di Kennedy aveva un senso ed era una grande affermazione di libertà e di coraggio.  Kennedy era un grande presidente molto cauto ad evitare le guerre e le tragedie all'umanità. Ma le minacce ad una grande nazione come la Russia fatte da lei, non faranno di lei un grande presidente.Esse sono un’aberrazione alla storia, tout court.

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