J'accuse del 25/04/14 sulla cosiddetta liberazione dell'Iraq e la democrazia

In un programma che ho visto ad Aljazira, televisione satellitare dell'Emiro del Qatar, molto schierata nella guerra civile siriana a favore di quelli che essa chiama esercito libero, ma in realtà, secondo me, sono delle bande che distruggono e saccheggiano il paese. Insomma, ogni tanto mettono in onda uno di questi reportages sull'invasione dell'Iraq. Loro l'hanno chiamata la liberazione dell'Iraq! Oggi, l'Arabia saudita e tutti i paesi sunniti rimpiangono quasi quasi  Saddam, dato che chi ne ha tratto vantaggio sono stati i sciiti iracheni, alleati oggi con l'Iran e i curdi iracheni che godono oggi di un'ampia autonomia, di cui non non gode nessuna minoranza in medio-oriente. Ebbene! Oggi l'Iraq sta vivendo una guerra civile tra sunniti e sciiti. Questo scenario catastrofico è stato studiato e voluto da chi voleva indebolire il mondo arabo e lacerarlo con guerre intestine siano esse religiose, etniche o di altra matrice. Torno a quel Reportage: il giornalista intervistava un uomo, sembra un addetto di un museo. Quello diceva piangendo: i soldati americani hanno saccheggiano i nostri musei, rubato i nostri relitti come trofei di guerra...e persino la facoltà delle belle Arti di Baghdad e tutte le nostre case editrici e librerie che erano all'avanguardia nel mondo arabo sono state bombardate dalle loro bombe. I nostri artisti e scienziati sono stati umiliati e costretti all'esilio. Che cosa vuol dire ciò? Si chiedeva il giornalista: i primi obiettivi dei nuovi barbari sono stati la cultura, l'arte, i libri..insomma la cosa migliore di cui un popolo possa vantarsi. Nessuno si scorderà mai dei crimini commessi contro il popolo iracheno. E quelli in corso in Siria, in Egitto, in Palestina...e via dicendo.

Commenti

  1. Ovviamente ciò che è stato rubato può sempre essere restituito. Faccio appello in tal senso alle autorità statunitensi. In questo modo verrà rafforzata la causa della democrazia.

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