J'accuse del 12/01/15 sulla manifestazione di Parigi contro l'attacco alla libertà d'espressione


J'accuse del 12/01/15 sulla manifestazione di Parigi contro l'attacco alla libertà d'espressione

Ieri a Parigi, e non solo a Parigi , il mondo intero si è sollevato contro qualunque tipo di terrorismo e di censura contro la libertà d'espressione. In particolare a Parigi è stata organizzata la più grande manifestazione, forse gli organizzatori dicono di sempre, contro l'attacco terroristico al giornale satirico Charlie. Il diritto di prendere in giro l'altro, magari in maniera garbata e non offensiva, è uno dei pilastri su questa si fonda la cultura e la civiltà occidentale. Ai caricaturisti e vignettisti, però,  spetta di usare la loro intelligenza e quella sensibilità capace di cogliere il sorriso di chi legge le loro vignette, e non la rabbia  e lo sdegno. I mussulmani, va detto,  non digeriscono l'idea che si prenda in girò il loro profeta o il Corano. A Parigi sì, questo diritto ieri è stato difeso da milioni di persone. Ma la domanda che sorge: si è capito qual'è il problema che causa il terrorismo e di che cosa esso si finanzia e si arma? Tanti hanno sfilato: cittadini indignati, artisti, intellettuali, fra cui lo scrittore Tahar Ben Jelloun che si è domandato anche egli il perché i paesi europei continuano a non capire le cause e le fonti del terrorismo. C'erano nella stessa imponente manifestazione anche alcuni rappresentanti di alcuni paesi come la Turchia, Israel ed altri stati arabi e africani altri che continuano a calpestare il diritto dei giornalisti a scrivere liberamente e a manifestare il loro sgegno e la loro opposizioni ai loro regimi. Tra questi c'era Netanyahu, il quale  non è stato invitato da Hollande. Vi lascio immaginare che cosa pensa l'uno dell'altro. La libertà è sempre una questione di recitazione: je suis Charlie!

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