J’accuse del 07/05/15 Sulle dimissioni di Civati dal partito democratico




Una volta qualche attento osservatore  disse: che la minoranza del PD pecca  di codardia  e di mancanza di coraggio politico. Ebbene amici, questo attento osservatore aveva  ragione. Tante volte abbiamo sentito i vecchi notabili del partito democratico gridare contro il loro segretario, ma senza scuoterne nemmeno un capello o benché la pur minima intenzione. Renzi va avanti e va veloce, ben deciso verso le riforme che si era prefissato per il paese. Nessuno è in grado di fermarlo: né l’opposizione interna del suo partito, né le altre opposizioni divise tra di loro per appartenenze politiche, interessi e rivalità personali e sociali. E allora di che cosa parliamo quando sentiamo i Bersani, i fassina e i cuperlo o infine il povero Civati, che finalmente ha gettato la spugna e lasciato il partito di Renzi, la creatura del principe di Firenze?  Ah! Bersani e Cuperlo avevano avvertito il presidente del consiglio che porre la fiducia sull’Italicum  avrebbe significato la fine e la caduta del governo. balle, solo balle!  Invece no. L’Italicum, la nuova legge elettorale è passata con le fiducie richieste dal governo e  Renzi ha riportato un’altra vittoria su quella minoranza  codarda e incoerente all’interno del suo partito. Egli avrebbe detto ai suoi dopo il varo di quest’ultima: vedrete nessun cuperlo, nessun Bersani, nessun Fassina, nessun Civati  entreranno nel prossimo parlamento. Avrebbe fatto una lunga risata con le sue consigliere...." sono io Dante Alighieri, Machiavelli e Leonardo Da Vinci messi insieme...ahhaahahah.  Sono io il padrone del partito...!” E’ vero, è vero...
La gestione del partito dei lavoratori, o quello che si chiamava così è talmente padronale che non ne se può più. Ma un chapeau va alzato a Renzi però. E’ davvero un maestro di politica trasformistica e propagandistica. Nel frattempo il paese langue, le fabbriche chiudono e il lavoro non c’è. Civati, forse, se n’è reso conto ed è l’unico a dare le dimissioni dal partito democratico. Bravo Civati. 

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