J’accuse del 22/0/15 sul genio letterario di Tahar Benjelloun



Chi di noi ha sognato mai d’essere poliglotta, d’appartenere a più culture e d’avere più identità? 
Ogni cultura cela una profonda e sapiente conoscenza della realtà. In particolare ad ognuna appartengono delle storielle ovvero delle fiabe che vengono scritte e narrate per far sognare non solo i bambini, direi, ma anche gli adulti. Il racconto delle fiabe potrebbe essere un mezzo efficace per veicolare dei messaggi di pace e d'ironia e per non far perdere quella gioia e quell'Innocenza agli uomini, già che in ognuno come dice il proverbio "esiste sempre un bambino..." Ora quando si giunge al sapere letterario fiabesco, così colorito e variegato e lo si adorna e arrochisce con delle metafore ricche d’insegnamenti di vita: questo sì che diventa uno strumento narrativo geniale per aiutare  gli uomini a capirsi e avvicinarli gli uni agli altri, dato che le loro artificiose realtà antitetiche le hanno purtroppo così allontanati e contrapposti.
In questo contesto s’inserisce la doppia cultura dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun nel cui saggio "I miei racconti di Perrault,", pubblicato tanti anni fa, si riscontra la sua passione particolare per i bambini. Nell’altro Saggio, invece, ("Il razzismo spiegato a mia figlia", tradotto in 25 lingue, e "L'Islam spiegato ai bambini"), egli rivisita i racconti tradizionali occidentali che egli adatta alla realtà marocchina e musulmana. Così Cappuccetto Rosso si ritrova mascherata  con un burqa nero, e un talebano soppianta con l’astuzia il famoso lupo, che metaforicamente egli stesso rappresenta, senza saperlo, aggiungerei. Fortunatamente, la nostra eroina coraggiosa saprà sottilmente sfidare la violenza dell'intruso, la  cui debolezza psicologica è  già stata identificata da quest’ultima: la sua  violenta virilità! Il suo essere uomo in tutti i sensi. Nonostante Il talebano neghi di avere dei sentimenti e di voler stringere dei rapporti umani, arroccandosi dietro i suoi “falsi e personali dogmi” perché "ognuno crede di realizzarsi in un’determinata fede o un determinato  pensiero filosofico"…

Tahar Ben Jelloun, occorre testimoniarlo,è fortemente attaccato, ai valori della tolleranza e del rispetto tra le civiltà e le culture. Ed io direi in questo presente pieno di campanilismi e di conflitti, abbiamo tanto bisogno di scrittori, poeti e narratori che avvicnino le genti e i popoli.

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