J’Accuse del 13/11/2016 Dialogo immaginario tra Obama e Trump

J’Accuse del 13/11/2016 Dialogo tra immaginario tra Obama e Trump

La vittoria di Trump nelle Elezioni presidenziali americane rappresenta non solo la sconfitta di Obama e Hillary Clinton ma di tutto quel discutibile e corrotto sistema, finanziario e giornalistico, di potere su cui si reggeva l’America da oltre 10 anni. In occasione del primo incontro con il neo-presidente eletto Trump, Obama afferma orgogliosamente: “lascio l’America e, doveva aggiungere anche, il mondo, migliore di quanto lo era quando assunsi la presidenza otto anni fa”. Ahi, mister Obama! Avrebbe sussurrato Trump. “ Come, ma che dici mister President. Poi il vecchio miliardario non seppe, come di consueto trattenere la sua foga e replicò ad Obama:

- Pinocchio avrebbe detto meno bugie di te!
Obama sfoggio un sorriso per dissimulare il suo disappunto e poi rispose:  
-         Noi che facciamo politica da sempre, non possiamo non mentire alla gente mister Trump. La politica ha bisogno d’illusioni per tirare in avanti il paese. Sì, lo ripeto, lascio il mondo migliore di come mi è stato lasciato 8 anni fa da voi Repubblicani.
-         Io non sono un Republicano! Replicò subito Trump.
-         Che cosa sei allora? Un monarchico. Trump, il nuovo Re d’America!
-         Sono un uomo fatto da sé! L’Uomo scelto dagli americani che hanno bocciato le tue riforme e le tue politiche fallimentari.
-         Alludi ad “Obama Care” , per caso Trump?
-         Sì, sì…, rispose Trump.
-         E che cosa vuoi? Vuoi che i poveri e i disoccupati perdano il diritto all’assistenza sanitaria?
-         Vuoi un’America ingiusta? Vuoi che le disuguaglianze aumentino ancora?
-         Demagogia, demagogia mister Obama, Solo demagogia e bugie dite voi democratici. Ti sei scordato delle rivolte dei neri in Charlotte e Altrove. Che cosa hai fatto per loro e per le disuguaglianze di cui parli? Sai che cosa loro fanno del tuo “Obama Care” ?
-         Che cosa, che cosa? Domandò incuriosito Obama
-         La usano per avere gli anti-depressivi gratuitamente dal servizio sanitario nazionale. Sono depressi da tante illusioni e bugie dete loro da voi amici democratici.

Obama aggrottò la fronte e sospirò. I propositi di Trump sono inconfutabili.

-         Vi hanno rivotato ora questi poveri americani, neri, bianchi o gialli?
-         No! Disse Obama.
-         Hanno votato me. Ed io, ho dei grandi progetti per loro. Voglio che l’America ritorni “Great again”.
-         E come ci riuscirai con un mondo così difficile e ostile?
-         Gli americani devono ricredersi, ridimensionarsi, rivalutarsi. Noi, non possiamo più permettere che i nostri cittadini non abbiano lavoro e ricchezza per colpa di un mondo parassita e irresponsabile. Cambierò l’America, cambierò la politica Estera, scioglierò la Nato e creerò una nuova organizzazione di difesa dove tutti devono dare un contributo alla loro difesa. Sono finiti i tempi dove l’America doveva dare e garantire per tutti. I nostri servigi devono essere pagati. Chi vorrà assistenza dovrà pagarla.
-         Come? Replicò Obama sconcertato
-         Tu con la tua malsana poltica, hai permesso che le nostre Relazioni con la Russia riportassero il mondo alla guerra fredda. Hai permesso a quei barbuti e ai loro sostenitori di infuocare la Siria, l’Iraq e la Libia. E l’America è rimasta a guardare nel frattempo!
-         No!
-         No! Basta bugie. Replicò Trump. Molti stati hanno una grave responsabilità in ciò che accade nel Medio-oriente. Ora Basta. Con me sarà diverso.
-         E che cosa farai dell’Accordo Nucleare con l’Iran? Domandò Obama a Trump.
-         Questa guerra di potere tra Ayatolla e sceichi arabi deve finire. Sono stupidi entrambi. Ne parlerò con Putin…

Obama quando sentì la parola Putin Tacque. Trump è il nuovo presidente ormai e tocca a lui comandare l’America.
Good luck, mister the "King of America", salutò così ironico.

- By Obama, salutò Trump. 

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