J’Accuse del primo settembre 2017 Islam tra festa del sacrificio ossia Aid Al Adha- e guerre intestine…



J’Accuse del primo settembre 2017 Islam tra festa del sacrificio ossia Aid Al Adha- e guerre intestine…


La fede centra, ma  pure l’uomo?

Calmo, sussurrò Abrahamo…

Mi bastò un gesto generoso e sagace

Per guadagnarmi la bella pace

E L’amore e il paradiso

Io che vidi il sorriso...

Sfoggiato su quel piccolo dolce viso

Mi sembrò che fosse del signore

Ora hai visto il miracolo dell’amore?

Oggi la nazione islamica celebra una festa religiosa dal significato simbolico e filosofico importante e  prezioso.

E’ una ricorrenza che attinge alla vicenda del profeta Abrahamo e all’amore per il signore dell’Universo. Ad Abrahamo venne chiesto di immolare suo figlio per dimostrare la sua devozione verso il padreterno. Il profeta guardò verso il cielo e lacrimante disse se è questa la volontà del signore, io l’eseguirei… Egli prese un coltello e afferrò suo figlio che non oppose resistenza. Poi tremante glielo mise sul collo. Nel momento in cui stesse per spingerglielo dentro, qualcuno fermò la sua mano. E contemporaneamente si udì il belare di un agnello. Il miracolo fu compiuto. Dio voleva sapere fino a che punto Abrahamo lo amava, ma non voleva affatto che quest’ultimo sacrificasse suo figlio per lui. Questa vicenda è così ricca d’insegnamenti che non possiamo oggi noi riparlarne, riattualizzarla e fare che essa stessa illumini le nostre azioni e le nostre vite. Da Abrahamo discendono tutti i profeti cristiani, ebrei e islamici. E ‘un comune patrimonio di tutte le religioni del libro sacro. Ma aldilà delle macchinali e consuete celebrazioni che si svolgano in ogni dove, nel mondo islamico, che considerazioni possiamo fare alla luce delle sfide, delle guerre e delle crisi che attanagliano non solo il modo arabo-islamico, ma direi il mondo intero.
La vicenda di Abrahamo c'insegna un valore importante nella vita degli uomini ed è appunto il sacrificio che si può fare, e direi si deve fare per il prossimo, qualunque esso sia.  Se noi immolassimo i nostri egoismi, cancellassimo i nostri conflitti, guardassimo diversamente alle nostre differenze come un qualcosa ce ci deve unire e non dividere, allora sì che questo grande insegnamento sia riuscito ad attecchire non solo nei nostri pensieri ma soprattutto nei nostri cuori.
Le guerre che sconvolgono il mondo in generale, e il mondo arabo in particolare, tra sciiti e sunniti  tra Califati e Emirati, tra Repubbliche delle banane e governi fantocci..., per la supremazia degli uni contro gli altri non sono la prova concreta del decadimento morale, sociale e politico di quest’ultimi? Come far capire a questi popoli che sono lontani anni luce dai principi morali e religiosi che avevano reso grande la loro civiltà? Chi vuole oggigiorno sacrificarsi un po’ dei propri interessi e dei propri egoismi personali e nazionali, al fin di favorire la pace e gli interessi supremi dell’intera Umma islamica? La cosa certa è che più noi ci allontaniamo da questi principi, più diventiamo sempre più divisi e deboli. Se ciascuno di noi facesse ciò che Abrahamo aveva fatto, il mondo sarebbe molto migliore.

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