J’Accuse del 7/12/2017sulla decisione di Trump di spostare l’Ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme

J’Accuse del 7/12/2017sulla decisione di Trump di spostare l’Ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme

Ancora tu servizievole!
Ogni tuo sentire è disonorevole
Ogni presa di coscienza
Ti sei alzato questa mattina
E ti sei ricordato della Palestina!
E qual’altra pestilenza?

Dovrai  riprendere la valigia
Per lasciare la terra e le sue vestigia
Non sei tu il terribile gladiatore...
A dover lasciare l’amato Colosseo
Al prediletto amico ebreo!
Saresti tu capace d’ogni orrore…?

Invece m’invade la parola "insieme"
Quanto vorrei trasformarti nel seme!
D’ogni pace e concordia
Non sentite le voci d’occidente...!
O popoli d’ogni oriente…
Non vi fate illudere dalla gloria!




Scriveva un noto intellettuale arabo qualche tempo fa: “ Il fatto di appartenere alla nazione arabo-islamica oggi ci suscita non più orgoglio e fierezza ma solo imbarazzo e vergogna!”. Siamo stati troppo umiliati, troppo divisi, troppo facili preda dei piani d’occupazione e d’invasione che il mondo arabo aveva conosciuto in quest’ultimi anni: in Palestina, Iraq, in Libia, in Siria ed indirettamente in Egitto, nello Yemen ed infine in Tunisia. Dappertutto una cupola oscura aveva deciso quale doveva essere il destino d’ogni singolo paese succitato. Manca a questo desolante e raccapricciante quadro l’invidiata stabilità politica del Marocco e la sempre minata e minacciata pace in Algeria garantita dall’esercito, alle quali rispettive stabilità è sospesa, come una bomba ad orologeria la grande e addormentata questione del Sahara Occidentale, che dovrebbe servire prima o poi, a far esplodere la regione nord-africana.
Ma che cosa si aspettavano gli arabi, e i mussulmani in generale,dopo tante guerre, divisioni e umiliazioni da parte dello stesso occidente?

In verità, amici, non è tanto rivoltante la "oramai"smaltita occupazione di Gerusalemme quanto l’idea stessa che tale decisione sancisce:  una verità inconfutabile, ossia la chiara debolezza e la solenne resa degli attuali governi del mondo-arabo ai diktat della casa bianca. Ditemi quale governo ha deciso di ritirare il suo ambasciatore da Washington? Ditemi quale decisione è stata presa collettivamente dai paesi mussulmani per fronteggiare la decisione di Trump?
Un bel nulla finora e siamo davanti all’amara verità che nessuna di quelle Capitali arabe che hanno avuto un ruolo determinante nella distruzione della Siria e della Libia non farà nulla. Gerusalemme rimane un simbolo strumentale, ma non qualcosa per il quale rischiare i propri troni! E quale il daffare allora per i popoli arabi?

Per le menti più sagge e chiaroveggenti dell’una e dall’altra parte, intendo gli ebrei e gli arabi, questo genere di approccio qual è stata la decisione di Trump danneggia più che risolve la questione della pace e della convivenza delle tre religioni monoteiste in Palestina. Gerusalemme aveva avuto una storia plurisecolare all’insegna di un’identità plurale: ebrea, cristiana e mussulmana e furono i mussulmani a governarla a lungo nei secoli passati, ed ogni volta che qualcuno aveva cercato d’invaderla e di denudarla dalle sue identità il suo tentativo fallì. Ora che lo sappiano bene i nostri amici ebrei. Tanti di loro non sono così poco lungimiranti come Netanyahu. Addirittura vi è una esile minoranza che non riconosce l’attuale stato israeliano. Vi sono gli ebrei che vogliono smetterla di fare le guerre e di stare sempre in allerta. Noi diciamo a questi nostri amici di farsi sentire, perché l’avvenire di quella terra e di quella regione va costruito insieme. Quale cosa è più preziosa del fatto di condividere, d’essere generosi, di perdonarsi a vicenda per l’avvenire dei nostri figli. Ci vuole chiaramente una contromossa fatta assieme per sconfiggere coloro che vogliono le guerre e l’instabilità dei nostri paesi, a partire da mister Trump.

In conclusione e vi lascio con un spunto di importante riflessione. Trump è o no ricattabile alla luce del Russiagate?



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