J’Accuse del 16/03/2018 sull’avvelenamento della spia doppiogiochista Sergei Skripal


J’Accuse del 16/03/2018 sull’avvelenamento della spia doppiogiochista Sergei Skripal

Quanto Avrei voluto essere ameno?
Voi che mi vedete come alieno!
Perché odiate la mia dolce Russia?
Terra di Tolstoj ed ogni scienza
Vittoriosa su ogni pestilenza
Quanto vorrei che fosse dolcezza ogni furia...

Quanto vorrei dissolvere ogni violenza!
ogni menzogna e maldicenza...
Avrei voluto un altro destino
un'altra era e intesa
Voi che sognate la Russia arresa
e ridotto a nulla il suo Cremlino

Nello squallido concerto
Guardo il mondo a cuor aperto
Ma vengo sempre frainteso
gli interessi sono tanti...
e le potenze rimangono distanti
Non mi sono ancora arreso!




La prima domanda che sorge naturale in questa aggrovigliata vicenda dell’avvelenamento dell’ex spia russa Sergei Skripal e di sua figlia nel Regno Unito è la strana tempistica. La scelta del tempo e l’opportunità di far scoppiare proprio ora una crisi internazionale alla vigilia sia delle elezioni presidenziali russe sia dei campionati mondiali di calcio che si svolgeranno in Russia la prossima estate ci fa riflettere ma anche ci ricorda quanto l’attuale crisi assomiglia a quella scoppiata alla vigilia dei giochi olimpici di Sochi, allorché il Cremlino  fu fortemente stigmatizzato per aver avallato una legislazione omofoba e accusata allora da parte di Washington di aver concesso asilo politico all’ex tecnico dei servizi americani Snowden[1]. Si gridò allora al boicottaggio dei giochi di Sochi e in questa maniera a colpire la Russia, aumentando le sanzioni e il suo isolamento internazionale. Oggi sta succedendo la stessa cosa. Si vuole discreditare la Russia e la sua dirigenza, accusandola di aver utilizzato dei gas nervini in un paese, come il Regno Unito, baluardo della Nato e delle democrazie occidentali. La Russia accusa a sua volta Londra di non avere nessuna prova sul suo coinvolgimento e di voler strumentalizzare questo “dirty affair” al fine di disturbare le elezioni presidenziali russe e l’organizzazione dei prossimi mondiali di Calcio. Ma la domanda che sorge nbaturale:

chi ha interesse a coalizzare il mondo contro la Russia di Putin?

Chi poteva organizzare l’avvelenamento della spia russa?  Tanti analisti pongono la stessa domanda, ma non trovano una sola risposta. Un attacco di questo tipo potrebbe essere un boomerang pericoloso e imbarazzante per Putin. Supponiamo che siano stati i russi: che vantaggio ne avrebbero tratto? Probabilmente, quello di dimostrare agli inglesi di poterli colpire nel loro territorio. Ma avrebbe avuto senso per Putin organizzare un’operazione simile a due settimane dal voto? No, dicono autorevoli analisti, non addomesticati.

C’è poi un altro scenario da non sottovalutare: da sempre, all’interno dei servizi segreti britannici, sono presenti diverse anime. Tra queste anche una antirussa, fin dai tempi della Guerra fredda. È quindi possibile che l’attacco a Skripal rientri in questo grande gioco all’interno dell’Mi6. Inoltre, sappiamo bene che da qualche anno la Russia Putiniana è ritornata a svolgere un ruolo chiave nelle relazioni internazionali, scontentando non solo le impotenti potenze occidentali ma anche alcune delle cosiddette potenze regionali emergenti. Il Medio-oriente è diventato lo specchio di questo confronto, ossia direi il nuovo teatro di un ordine mondiale in continuo divenire, dove Mosca e i suoi alleati attuali si affermano contro le forze sostenute dell’Occidente e dal mondo sunnita. Chi potrebbe aver organizzato l’avvelenamento di Skripal, s’impone ancora la domanda? Dietro quest’operazione c’è una precisa regia: indebolire e isolare maggiormente la Russia di Putin. Ma i russi sappiamo bene non mollano. mai Questa sfida è inutile e controproducente. Senza la Russia non ci può costruire né pace né stabilità nel mondo. Chi ignora ciò vuole portare il mondo alla deriva. L’affair Skripal è un altro passo verso l’inferno.



[1] Snowden ha affermato che le rivelazioni costituiscono uno sforzo "per informare il pubblico su ciò che viene fatto in loro nome e quello che è fatto contro di loro".[2] Le rivelazioni di Snowden riguardano alcune fra le violazioni più significative della storia della NSA. Matthew M. Aid, uno storico di intelligence di Washington, ha affermato che le sue rivelazioni hanno "confermato i sospetti di lunga data che la sorveglianza della NSA negli Stati Uniti è più invasiva di quanto pensavamo

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