J’Accuse sull’intervista di Gino Strada sui flussi dei migranti nell’odierna Trasmissione di Lucia Annunziata, “Mezz’ora in più”.


J’Accuse sull’intervista di Gino Strada sui flussi dei migranti nell’odierna Trasmissione di Lucia Annunziata, “Mezz’ora in più”.



Prima di Gino Strada fu intervistato Luigi Di Maio, il quale rispose con la solita bravura e prontezza.    “I cinque stelle rappresentano il cambiamento e una rottura verso il passato. Questo cambiamento è scritto nero su bianco nel contratto”. Però quando La Annunziata gli domanda: come mai loro, avendo stigmatizzato per molti anni i governi dei presidenti del consiglio non eletti e per giunta frutto degli inciuci, hanno votato a loro volta un presidente come Conte, non eletto dal popolo e ancora frutto di un’alleanza non approvata dal corpo elettrale? Di Maio ribatté non in modo persuasivo: “Sì Conte era nella squadra di governo, ha detto il Capo del M5S". Ma perché allora non l’avete candidato prima e dichiarato prima che avreste governato insieme a Salvini? Insomma, nulla giustifica tale scelta. Il contratto lo è meno e men che meno il programma elettorale contenuto in quart’ultimo. Di Maio è tuttavia figlio di una grande scuola politica (coerente e innovativa?); ha bisogno di tempo per dimostrare che le scelte fatte sono state corrette. Perciò ogni alibi, ogni dottrina, ogni consultazione della rete servirà per dimostrare che la sua leadership e le sue scelte politiche sono sempre infallibili.

Una finita l’intervista di Di Maio, entra Gino Strada. I due s’incrociano e si sente dire da Gino” E’ un piacere averla vista”. Un’ammirazione? O forse è la conferma delle idee che aveva Gino sul Movimento? Il fondatore di Amnesty International si siede di fronte a Lucia. E’ un po’ invecchiato e logoro, ma sempre combattivo. Le sue mani tremano. Forse di rabbia o d’emozione per quello che aveva appena sentito. Dentro di lui, come verrà fuori pian piano con l’intervista, c’è un magma di accuse e di critiche al passato e all’attuale governo. L’intervista comincia così:

-          Ciao Gino, bentornato. Hai sentito l’intervista di Di Maio? chiese Lucia

-          Sì, in parte.

-          E cosa ne pensi?

Gino aggrottò la fronte…,

-          Nel contratto non si parla della guerra (Egli allude a quella dichiarata dal Ministro Minniti contro i profughi e voluta anche dal suo successore Salvini). E’ presto per dirlo, ma ora lo sapete già come andrà...

Nel frattempo Lucia annuncia un collegamento dalla baraccopoli di San Ferdinando in Calabria, Gioia Tauro. Vi ricordate degli schiavi neri di Rosarno e dintorni, nonché dell’ultimo assassinio di Soumaila Sacko, il leader sindacale che rivendicava maggiori diritti e tutele per i lavoratori africani? Allora oggi è diventato un simbolo, un eroe per questi lavoratori africani sfruttati dai datori di lavoro autoctoni. La conduzione del reportage è affidata ad un altro sindacalista di colore: un ragazzo laureato in sociologia. Parla un italiano bellissimo, come ha notato in modo intelligente Lucia. Questo ragazzo descrive con le immagini le condizioni di vita di questi ragazzi. Un silenzio tombale regna nello studio. Quel posto sembra uscito da una baraccopoli dell’india. Eppure siamo in Calabria, territorio dell’Unione Europea. In una parola quello che capiamo alla fine è che si tratta di uno schiavismo praticato alla luce del sole ai danni di questi ragazzi. Finisce il reportage in diretta e la parola passa a Gino, mentre sul volto di Lucia è visibile un’espressione di sconforto e una domanda pressante: dov’è lo stato italiano? “Ho chiesto a Di Maio un incontro il 7 giugno?” Si sente echeggiare questa domanda. Va bene, la incontrerà rassicura Lucia, assolutamente. E Lucia passa la parola a Gino:

- che cosa può fare l’attuale governo? Chiese la giornalista.

- Che cosa potrebbe fare Salvini oggi? Il ministro ha detto che è finita la Pacchia. ( Lucia da esperta dell’italiano si rivolge a quel ragazzo e gli domanda se sa che significa la parola Pacchia? “No disse, ma vi posso assicurare che quello che a noi interessa sapere, sono i nostri diritti e non di trovarci dopo un mese di lavoro senza sosta 50 euro al mese nella busta paga. ( E’ questa la pacchia di cui parla Salvini?).  Ma ha visto quello che succede a San Ferdinando? Tuonò Gino…ancora arrabbiato. Che cosa vuole che faccia dopo quello che aveva fatto l’ex ministro Menniti? E' una guerra tra poveretti sfruttata ad arte dalla Lega per conquistare voti, anche nel Sud. Continuerà l’opera di assassinio (abbiamo sentito bene? Ha utilizzato la parola assassinio”);  e aggiunse, e senza di noi ovviamente (organizzazioni umanitarie) continueranno a morire nel mare, £bla, bla, bla", disse amareggiatomimando l’annegamento.

- E’ un errore avere Salvini come Ministro dell’interno?

- L’attuale ministro dell’interno fa solo propaganda. Salvini attribuisce le colpe del declino del paese agli immigrati. Egli crea mostri e fantasmi per impaurire i cittadini. Quegli stessi cittadini che vivono d’illusioni e d’ignoranza. La realtà, però, è un’altra cosa. Ma c’era qui la piena occupazione e con il loro arrivo si sono rubati tutto il lavoro degli italiani? Ma che cosa andiamo a raccontare alla gente? Frottole e menzogne…. Salvini fa presa sull’ignoranza di chi lo vota. Siamo andando verso la società della barbarie e del razzismo e dell’intolleranza, non verso la costruzione di una società della Civiltà, dell’intelligenza e della Cultura, tuona Gino con Rabbia.

Sul volto di Lucia trapela ancora un’espressione di empatia e di approvazione verso Gino. La cosa non passò inosservata. Poi da ben navigata operatrice del settore giornalistico, ribatté a Gino: “Gli altri avranno facoltà di rispondere alle tue accuse quando verranno qui”, alludendo a Salvini e Di Maio, i soci di governo.

- Salvini parla di spostare centinaia di migliaia di persone. Parla di numeri, ma dimentica che si tratta di esseri umani, che hanno bisogno d’essere tutelati. Io dentro questa società della barbarie e del razzismo che stanno costruendo non ci sto; non mi resta altro che lasciare questo paese, disse arrabbiato.

- Non è una soluzione, replicò Lucia. La soluzione è quella di affrontare e risolvere queste questioni dal governo, ella aggiunse.

- Ma io non sono al governo, disse Gino.

- Qualche tempo fa i cinque stelle l’hanno proposta però come Presidente, domandò...

- Sì ma non si sono consultati con me. Sai disse Gino: se Grillo avesse detto dieci anni fa che avrebbe governato con la Lega del Senatur Bossi, l’avrebbero preso per folle e forse…Oggi tutto appare come normale, non ti pare una cosa strana?

Tacque Lucia e l’intervista terminò con i saluti il consueto arrivederci per analizzare i primi atti del governo gialloverde.

Commenti

  1. Gino Strada è il fondatore di Emergency non di Amnesty International

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